sabato 21 gennaio 2012

Se uno dei tuoi eroi ti chiedesse di insegnargli le cose più importanti che sai, cosa gli risponderesti?

"Si possono insegnare tante cose, ma le cose più importanti, le cose che importano di più, non si possono insegnare, si possono solo incontrare". Oscar Wilde 

(I compiti per tutti di Rob Brezsny 20/27 gennaio 2011)

Un eroe che chiede insegnamenti? Se è un eroe dubito che abbia bisogno di imparare delle cose da me. In ogni caso porterei il personaggio femminile, di cui non ricordo il nome, che si trasforma insieme ai suoi compagni in un robot che sconfigge il male... Baldios credo, quante volte ci ho giocato da piccola... e gli farei incontrare quelle che considero le mie imprese più eroiche:

- sopravvivere all'entropia della mente. La definizione vuole che l’entropia di un sistema caratterizza il suo stato di disordine. Ora per fortuna nel mio sistema mentale non rimane che un quieto ed ordinato disordine, che sfocia talvolta nella capacità di creare, per cui diventa difficile recuperare il disequilibrio entropico attraversato solo un anno fa. 

- attraversare lo spavento del sublime e lo spaesamento del perturbante. Parto anche qui dalle definizioni. Il sublime può anche essere definito come "l'orrendo che affascina". Il perturbante invece si sviluppa quando una cosa viene avvertita come familiare ed estranea allo stesso tempo provocando angoscia unita ad una spiacevole sensazione di confusione ed estraneità. Una tapparella quasi chiusa ma non completamente, che mostra le sue numerose fessure e si riflette su un muro bianco, basta a farmi provare spavento e spaesamento insieme. Mi riporta indietro a quell'infanzia a cui sono eroicamente sopravvissuta.

- assistere alla ricostruzione della shock economy. Il terremoto dell'Aquila ha portato distruzione, disperazione e disorientamento. La televisione con il suo incalzante teatrino ha portato cattiva informazione, spettacolarizzazione, espropriazione dell'esprerienza intima. La ricostruzione della shock economy, come la definisce Naomi Klein, ha creato nuovi conglomerati abitativi che hanno spezzato le comunità e i quartieri, le appartenenze, l'accesso ai servizi. Ed io ho assistito impotente a tutto questo.

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