(I compiti per tutti di Rob Brezsny 16/23 dicembre 2011)
Mai come in questa ricorrenza il passaggio tra un anno ed il successivo si carica di significati e presagi tanto che nemmeno il cambiamento di secolo, con i tanto temuti disastri informatici, gli tiene testa. Alludo alla profezia dei Maya che colloca la fine del mondo proprio nel 2012. In realtà pare che ci sarà, più che un evento apocalittico, un ricambio energetico che segnerà l'inizio dell'Era dell'Aquario: un periodo di pace globale e profonda evoluzione spirituale. Ed è questo che prevedo di fare nel 2012: mi preparerò a questa pace.
RetroscenaMai come in questa ricorrenza il passaggio tra un anno ed il successivo si carica di significati e presagi tanto che nemmeno il cambiamento di secolo, con i tanto temuti disastri informatici, gli tiene testa. Alludo alla profezia dei Maya che colloca la fine del mondo proprio nel 2012. In realtà pare che ci sarà, più che un evento apocalittico, un ricambio energetico che segnerà l'inizio dell'Era dell'Aquario: un periodo di pace globale e profonda evoluzione spirituale. Ed è questo che prevedo di fare nel 2012: mi preparerò a questa pace.
Prevedere il futuro. Riesco a rintracciare tre attitudini dell'essere umano verso il futuro:
Il futuro come luogo pericoloso.
Per Ballard "Il futuro è un posto pericoloso da frequentare, fittamente
minato e con la tendenza ad azzannarti i polpacci a tradimento mentre
ti ci inoltri". Pare fare eco a Kundera quando afferma che "l'origine
della paura è nel futuro, e chi si è affrancato dal futuro non ha più
nulla da temere". Mettiamoci anche che da tempo uno
scetticismo di fondo ed un senso di sconfitta hanno messo in crisi le
riflessioni sull’avvenire.
Il futuro come rifugio.
E'
molto più facile essere felici nel futuro che non nel presente perchè
il futuro si carica di aspettative, buoni propositi e belle speranze.
"La gente di solito si rifugia nel futuro per sfuggire alle proprie
sofferenze. Traccia una linea immaginaria sulla traiettoria del tempo,
al di là della quale le sue sofferenze di oggi cessano di esistere"
(Milan Kundera). Non a caso per Leopardi, che poco sapeva di felicità,
scrive nello Zibaldone che "La felicità è sempre passato o futuro, mai
presente".
"Nessuno
scrive davvero del futuro. Tutto quello che ci rimane quando
fingiamo di scrivere del futuro è il momento in cui stiamo scrivendo.
Ecco perché ogni futuro immaginato diventa obsoleto come un gelato che
si scioglie mentre uscite dalla gelateria all'angolo. Esso acquisirà
immediatamente una patina pittoresca, fa parte di ciò che comporta
l'immaginazione del futuro" (William Gibson). Chiamo in causa di nuovo
Kundera che tanto ha scritto su questo tema "L'uomo può essere certo
solo dell'attimo presente. Ma sarà poi vero?
Può davvero conoscerlo, il presente? Può davvero giudicarlo? Certo che
no. E come potrebbe capire il senso del presente chi non conosce il
futuro? Se non sappiamo verso quale futuro ci sta conducendo il
presente, come possiamo dire se questo presente è buono o cattivo, se
merita la nostra adesione, la nostra diffidenza o il nostro odio?"