lunedì 19 dicembre 2011

Azzarda una previsione su quello che farai nel 2012

"Non preoccuparti di cosa sta per fare qualcun altro. Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo". Alan Kay


(I compiti per tutti di Rob Brezsny 16/23 dicembre 2011)

Mai come in questa ricorrenza il passaggio tra un anno ed il successivo si carica di significati e presagi tanto che nemmeno il cambiamento di secolo, con i tanto temuti disastri informatici, gli tiene testa. Alludo alla profezia dei Maya che colloca la fine del mondo proprio nel 2012. In realtà pare che ci sarà, più che un evento apocalittico, un ricambio energetico che segnerà l'inizio dell'Era dell'Aquario: un periodo di pace globale e profonda evoluzione spirituale. Ed è questo che prevedo di fare nel 2012: mi preparerò a questa pace.

Retroscena
Prevedere il futuro. Riesco a rintracciare tre attitudini dell'essere umano verso il futuro:

Il futuro come luogo pericoloso. Per Ballard "Il futuro è un posto pericoloso da frequentare, fittamente minato e con la tendenza ad azzannarti i polpacci a tradimento mentre ti ci inoltri". Pare fare eco a Kundera quando afferma che "l'origine della paura è nel futuro, e chi si è affrancato dal futuro non ha più nulla da temere". Mettiamoci anche che da tempo uno scetticismo di fondo ed un senso di sconfitta hanno messo in crisi le riflessioni sull’avvenire.

Il futuro come rifugio.
E' molto più facile essere felici nel futuro che non nel presente perchè il futuro si carica di aspettative, buoni propositi e belle speranze. "La gente di solito si rifugia nel futuro per sfuggire alle proprie sofferenze. Traccia una linea immaginaria sulla traiettoria del tempo, al di là della quale le sue sofferenze di oggi cessano di esistere" (Milan Kundera). Non a caso per Leopardi, che poco sapeva di felicità, scrive nello Zibaldone che "La felicità è sempre passato o futuro, mai presente".

Il futuro non esiste.
"Nessuno scrive davvero del futuro. Tutto quello che ci rimane quando fingiamo di scrivere del futuro è il momento in cui stiamo scrivendo. Ecco perché ogni futuro immaginato diventa obsoleto come un gelato che si scioglie mentre uscite dalla gelateria all'angolo. Esso acquisirà immediatamente una patina pittoresca, fa parte di ciò che comporta l'immaginazione del futuro" (William Gibson). Chiamo in causa di nuovo Kundera che tanto ha scritto su questo tema "L'uomo può essere certo solo dell'attimo presente. Ma sarà poi vero? Può davvero conoscerlo, il presente? Può davvero giudicarlo? Certo che no. E come potrebbe capire il senso del presente chi non conosce il futuro? Se non sappiamo verso quale futuro ci sta conducendo il presente, come possiamo dire se questo presente è buono o cattivo, se merita la nostra adesione, la nostra diffidenza o il nostro odio?"

Se non fosse per i balzi improvvisi...

“Se non fosse per i balzi improvvisi e le scintille dell’anima”, diceva Carl Jung, “gli esseri umani si lascerebbero consumare dalla loro più grande passione, la pigrizia”.

L'energia è tutto...

Dice la poetessa Naomi Shihab Nye, ma alla fine quello che ci serve veramente è l’energia. “L’energia è tutto”, dice. E da dove viene l’energia? Spesso dalla giustapposizione, risponde Nye. “Strofinando insieme felicità e tristezza, strofinando un’immagine contro l’altra, produciamo energia”.

Due vecchiette...

In una scena del film Io e Annie, Woody Allen racconta questa storiella: “Due vecchiette sono ricoverate in un pensionato per anziani. Una di loro dice: ‘Ragazza mia, il mangiare qua dentro fa veramente pena’. E l’altra risponde: ‘Sì, è uno schifo. E poi, che porzioni piccole!’”.

lunedì 12 dicembre 2011

Non fare sogni audaci...

“Non fare sogni audaci potrebbe essere un gesto irresponsabile”, diceva l’educatore e giornalista George Leonard.

lunedì 5 dicembre 2011

... quello che non vogliamo sapere

“Molto più importante di quello che sappiamo o non sappiamo, è quello che non vogliamo sapere”, ha scritto il filosofo Eric Hoffer.

sabato 3 dicembre 2011

Immagina come sarebbe la tua vita se riuscissi a sconfiggere la tua più grande paura

"L'uomo che non prova mai paura è perduto". Louis-Ferdinand Céline

(I compiti per tutti di Rob Brezsny 2/7 dicembre 2011)

Vittorio Zucconi con la sua abile penna scrive della sindrome di Klüver-Bucy, una lesione bilaterale al lobo temporale o più precisamente una lesione bilaterale dell'amigdala (svelamento del segreto della donna senza paura). La 43enne S. M. abita in un rustico dello Iowa, in America, ed è studiata da molti ricercatori: le manca l'amigdala. È priva cioè di quella parte del cervello da cui nascono i timori che possiedono l'uomo e tanti animali. Non c’è alcuna situazione che la spaventi, anche le esperienze più pericolose e traumatiche non riescono a suscitare in lei l'emozione della paura.

Sergio Bardotti nel testo di Senza Paura interpretato da Ornella Vanoni dispiega un alfabeto delle principali paure che mi appartengono: "passa per il buio senza paura" (paura del buio); "passa per l'amore senza paura" (paura di amare); "va per la tua strada senza paura (paura di non farcela); "va passa per la morte senza paura" (paura della morte). Ma se potessi sconfiggere una paura abbatterei allora la paura di aver paura. Quest'ultima secondo me è assai peggio della stessa sofferenza perchè la nostra mente sa immaginare pene ben più atroci di quelle che possono talvolta realizzarsi.

La paura oltre ad essere legata all'istinto ed avere basi neurologiche è anche connessa alla nostra capacità di avere coraggio. Non può esistere infatti coraggio senza paura e paura senza coraggio d'altronde. Cesare Pavese ne Il mestiere di vivere scrive che "Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola". Lo stesso credo valga per la paura. Così per me sconfiggere la paura vorrebbe dire saperla attraversare e non escluderla cancellandola. E' a questo punto che il coraggio prende a braccetto l'audacia. Agendo cresce l'audacia, procrastinando invece coltiviamo dentro i nostri spettri che fanno crescere la paura.Così più che essere come S.M. priva di ogni forma di paura vorrei piuttosto avere l'audacia di affrancarmi dalle mie paure nell'interminabile cammino che è la crescita.

lunedì 7 novembre 2011

Con quale dei tuoi antenati ti piacerebbe di più parlare? Immagina una conversazione con uno di loro.

"Se dovessi scegliere per mio antenato fra una scimmia e un uomo che, per quanto istruito, usi la sua ragione per ingannare un pubblico incolto, [...] non esiterei un istante a preferire una scimmia". Thomas Henry Huxley

(I compiti per tutti di Rob Brezsny 4/10 novembre 2011)

Mio padre si vanta spesso con un guizzo negli occhi di avere un antenato brigante: il Brigante Lorenzo per la precisione. Immagino che mia nonna abbia addormentato mio padre con storie avventurose su questo prozio brigante e rivedo in mio padre i suoi occhi da bambino mentre ci pensa. 

Mia nonna era brava a raccontare favole. Le sue storie finivano sempre con la scena di mia nonna stessa che usciva fuori da un cespuglio e risaliva il prato dietro casa, e ogni volta, pur sapendolo, solo in quel momento capivi che era stata testimone privilegiata delle più favolose avventure, viste con i suoi occhi come ci teneva a sottolineare, e tu con lei... 

Mia nonna non mi ha mai racconatato di Zio Lorenzo il brigante e io non l'ho mai chiesto perchè mio padre ne fece riferimeto che ero già grande. Non so molto ma so per certo che era nomade e vagabbondava per i boschi di Lucoli, vicino L'Aquila. Non so con esattezza se il mio prozio fosse solo un fuorilegge, un rivoltoso o un uomo valoroso impegnato nella rivolta popolare di contadini e pastori del Mezzogiorno.

Se dovessi parlargli oggi gli chiederei come si fa una rivoluzione. Come ci si ribella alle ingiustizie, ai salari sempre più bassi e le tasse sempre più alte, alle certezze sempre più vane. Gli chiederei di raccontarmi delle donne briganti e se è possibile una rivoluzione senza fucili.
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